sabato, maggio 14, 2011

Di Culi Donne e Veline, Striscia la Cultura Pop.


In un film che non ricordo, qualcuno al cinema infilava il pisello nel pop corn e invitava l'amica accanto a servirsi...

Servire il corpo delle Veline agli italiani a cena è un po' la stessa cosa. In un contenitore satirico per famiglie mettere un contenuto diverso da quello preposto.

Gran parte del successo mediatico del Cavaliere piazzista è dovuto all'aver farcito la nostra vita di, pardon, passera.







Tensione erotica a tutte le ore e per tutti i gusti.

L'italiano ha sempre avuto una passione per il corpo e, con la dovuta ipocrisia di chi si divide tra puttane e spose, non si è mai schifato di accostarlo ai vari ambiti del quotidiano.

Cosa cambia con l'avvento di Berlusconia? Il piazzista piano piano vede bene che la figa paga, e abbatte gli argini.

Le tette, le mutande e i culi, lentamente ma inesorabilmente tracimano dagli show notturni come il fortunatissimo Colpo Grosso, dai film del cinema scorreggione di Pierino e Banfi, Fenech e Gloria Guida nelle varie fasce televisive serali e pomeridiane, fino a rosicchiare dolcemente il senso del pudore degli italiani ed arrivare a trovarci a cena con la famiglia e il culo della velina nel piatto.

Un po' come metterci il pisello nel pop corn a noi e a tutta la nostra famiglia, per anni, in cambio di qualche spot pubblicitario, che male c'è...





Cade l'ambito e cade anche il senso...

Se una lap dance la chiamo 'stacchetto' e un culo diventa 'ciappètt' come faccio a definire l'esperienza che tutta la famiglia vive davanti allo stesso spettacolo? Finiamo a condividere coi nostri cari un balletto di culi che galleggiano nell'ipocrisia.

Se fosse tutto normale perché arrabbiarsi quando le veline si vestono come nel caso dell'amico di questo video?

Evidentemente una generazione cresciuta a pane e culo ci fa ancora caso, anche se la sua considerazione del corpo femminile, del suo uso e della sua percezione cambia. Succede anche che le veline diventano modello e aspirazione di tante ragazzine perché hanno fama, soldi e successo, stesso successo di Gloria Guida e la Fenech, ai tempo d'oro, ma senza la spiacevole zavorra di passar male.

"Che male c'è, che belle che siamo, guarda il sederino, sorridi, saluta il fidanzato calciatore che è a casa con mamma e papà. Birichino è un po' geloso. Ciao Papi! buonasera, a domani."

Che brave queste veline, e guai a chi le critica: sono ballerine d'eccezione, non sono ballerine ? Allora ironizzano sulle donne oggetto della tivù, sempre l'asso nella manica, diavolo d'un Ricci!!!


Cerchiamo di vedere altri modi di dire corpo, donna sensualità e comunicazione nella cultura popolare che ci circonda.

Il caso Hefner.

Hugh Hefner, fondatore di Playboy, ha scandalizzato l'america con le sue riviste. Le conigliette sono certamente donne oggetto ma sono in un contesto dichiaratamente erotico, non ambiguo e non 'di successo'. Difficilmente un padre porterebbe a tavola l'ultimo numero di playboy per condividerlo con la famiglia.

Hefner non ha rinunciato alla sua idea di fare scandalo, al contrario ne ha fatto una bandiera per scuotere la puritana borghesia degli anni sessanta, pubblicando su playboy grandi scrittori, giornalisti e poeti le cui opere erano ritenute altrettanto scandalose come i corpi delle conigliette.

L'erotismo non è usato come un cavallo 'di troia' per tenere l'audience e vendere materassi e cucine nelle case di tutti gli italiani, come fa striscia la notizia, ma diventa il simbolo di una rivoluzione culturale, di libertà e l'editore si fa carico dell'essere scandaloso. Non nega, non si candida in politica nel partito popolare e tanto meno vorrebbe le conigliette in parlamento, ma solo nel letto.


Il cinema di Quentin Tarantino.



I denigratori di Tarantino sostengono che il regista faccia un mero patchwork di film meno visti e fortunati dei suoi, quelli che lo amano celebrano le sue citazioni dell'estetica pop degli ultimi trent'anni.

Quello che non si nota della poetica di Tarantino è l'elemento che differenzia il suo cinema da quello citato nei suoi film.

L'eroe di Tarantino è sempre un eroina. La donna in tarantino è un soggetto, individuato, libero e indipendente, ben oltre i cliché, è l'unica che non partecipa dello stereotipo pop in cui è ambientato il film. E' un'eroina sfaccettata e umana che prende i cattivi a calci nel culo senza mai perdere femminilità e identità, praticamente se confrontato col nostro presente quello di tarantino è cinema di fantascienza.

Il mondo maschile è reso nei suoi aspetti più bassi e grotteschi, pensiamo all'ambiguità di Bill, alla simpatica stupidità dei personaggi maschili di pulp fiction, al violentatore di donne in coma, alla follia di Stuntman Mike e agli innumerevoli nemici morti in kill bill, uccisi dalla donna simbolo per eccellenza del cinema di Tarantino, la sposa guerriera vendicativa, umana e letale interpretata da Uma Thurman.



Insomma per riagganciarmi al discorso portato avanti con coraggio dalle giornaliste attaccate bassamente da Striscia la Notizia, sostengo l'importanza di ricollocare pupe, lolite e gatte morte nella fiction e rimettere nella realtà donne vere le cui chiappe e la cui biancheria intima rimangano di loro arbitrio esclusivo.


Guardatevi Il corpo delle donne di Lorella Zanardo, seguite la discussione su Lipperatura e aderite al gruppo facebook contro l'uso del corpo in Striscia La Notizia.


Grazie e fate un nodo al fazzoletto.

Raccolta di foto di veline a striscia.

27 commenti:

Anonimo ha detto...

Penso che il film fosse "Il tempo delle mele".

Daniele Marotta ha detto...

Già è vero, ecco qual'era. Il tipino furbetto con la ragazza coi capelli lunghi.
Grazie Anonimo.
:)
D.

Paolo1984 ha detto...

Analisi interessante e brillante.
Sostanzialmente la condivido

Paolo1984 ha detto...

però il killer "redento" Samuel L. Jackson, il pugile interpretato da Bruce Willis e Marsellus Wallace non erano così stupidi.

Daniele Marotta ha detto...

Grazie Paolo,

stupidi nel senso di unidimensionali.
Sono dei caratteri senza vita propria.

D.

Anonimo ha detto...

>stupidi nel senso di unidimensionali.
>Sono dei caratteri senza vita propria

forse sarò scemo io...ma non capisco che vuoi dire

Daniele Marotta ha detto...

Anonimo,

vuol dire che personaggi come il pugile, in pulp fiction,o il killer redento, Marcelus Wallace, il rapinatore di Tim Roth, Bill o altre sue agenti, sono per lo più personaggi fissi, espressione di un carattere specifico.
Bill è l'astuzia, il pugile è un eroe muscolare, il boss Marcelus Wallace è un mastino.
Sono caratteri mono dimensionali, senza sfumature né conflitti interiori.
Le donne protagoniste di Tarantino da Jackie Brown in poi sono persone complesse, in conflitto e sfaccettate, sono come noi, sono 'vive'.
D.

Anonimo ha detto...

Quindi, secondo lei, la questione sta tutta nella contestualizzazione o meno del benedetto culo. Se serve indirettamente a vendermi qualcosa non va bene, invece se serve candidamente a fare pornografia, sì. A parte il fatto che lei stesso ha sentito il bisogno di contestualizzare i culi di Hefner citando scrittori e poeti, poi Playboy non è che sia una rivista che si vende proprio gratis, direi che qualche cosa l’ha venduta anche lui. Se Hefner aveva bisogno di scandalizzare l’America, perché non ha pubblicato foto di nudi sia femminili che maschili? Perché non ha pubblicato foto del proprio pisello? Qui si fa sempre i trasgressivi col culo degli altri, anzi, delle altre.
Ma a me non interessa legittimare le veline o le conigliette. A me non interessano né veline né conigliette. Sono una donna, eterosessuale. Mi chiedo solo perché io non abbia bisogno di vagonate di fotografie di nudi maschili per eccitarmi e masturbarmi. Solo questo. La fotografia (o lo schermo televisivo) è alienante.

Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...

Gentile Laura,

la questione mi sembra naturale,
il corpo nudo femminile esercita sul maschio un effetto diverso da quello che il nudo maschile esercita sulla donna in genere.

Generalizzando il corpo femminile, non la persona del corpo, ma proprio il corpo e basta esercita sull'uomo un'attrattiva enorme, cosa che non mi sembra accada per la donna che per fortuna sua, in genere non ama il corpo prescindendo dalla persona che lo abita.

E' decisamente più sano presentare la sessualità chiamandola col proprio nome e proponendo al pubblico una fruizione libera e volontaria anziché rifilarla tramite la televisione in casa ad orari non consoni e sotto falso nome.

Anonimo ha detto...

Cito: "la questione mi sembra naturale"

Eh no, Daniele. E' proprio QUI che casca l'asino.
Non confondiamo il naturale col culturale. Ma ancora bisogna ripeterle, queste cose? E' da fine ottocento, dio bono...
Quando i leoni, gli scimpanzè e le formiche avranno secoli di arte figurativa, pittura, scultura, e poi un secolo e mezzo di riproducibilità tecnica dell'immagine e bombardamento televisivo cinematografico (sempre con i maschi dietro le scrivanie, da presidenti produttori autori e registi), riparliamo di cosa è naturale e cosa è culturale.

Quando si parla di opere "erotiche" (film riviste ecc) si intende sempre e soltanto la donna nuda.
Cioè nei film con Edwige Fenech i protagonisti maschili erano Lino Banfi, Pippo Franco e Alvaro Vitali.
Noi non abbiamo mai avuto begli attori che facevano la doccia spiati dal buco della serratura.
Edwige Fenech...e Lino Banfi.

Io, Daniele, questa la chiamo REPRESSIONE.

Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...

Io credo che uomini e donne vivano la sessualità e l'erotismo in modo generalmente diverso.

Non siamo tutti uguali ovviamente ma posso essere abbastanza sicuro nel dirle che l'uomo desidera la donna e il corpo della donna separatamente.
Il corpo è un oggetto del desiderio a sé molto molto forte.

Per l'uomo la soddisfazione del piacere erotico può essere anche a prescindere dalla persona che con cui egli condivide quel piacere.

Mi sembra invece che la donna difficilmente voglia separare il corpo dalla persona, dall'esperienza intima e dal coinvolgimento. Non so se sia un fattore culturale o biologico ma non mi sembra che un uomo nella doccia nudo sia una scena così interessante per il pubblico femminile, la maggior parte delle adolescenti cambierebbe canale o comunque non starebbero ipnotizzate a mastubarsi come è successo ad intere generazioni di maschi italiani con le Fenech, Giorgi, Sandrelli ecc.

Poi se effettivamente tu mi dici che le donne nel pene vedono quel seducente oggetto del desiderio che turba l'adolescenza delle adolescenti e diventa obbiettivo pressoché unico delle serate in giro per locali, argomento prediletto e fulcro delle fantasie, allora rispondo che certamente se questo non viene fuori è per una grave repressione culturale.

Io penso che tutto derivi da un forte assetto biologico naturale, che l'ossessione dell'uomo per il corpo femminile sia la versione culturale del comportamento animale di cercare ossessivamente femmine disponibili per accoppiarsi. Allo stesso modo, come nel mondo animale la femmina sceglie il partner in base al rituale di accoppiamento e a determinate caratteristiche la donna ha maggior attenzione e sceglie il partner in base anche agli aspetti personali e sociali.
La cultura sessista che ne è derivata e da cui l'uomo ancora non riesce ad emanciparsi mi sembra la proiezione comunque di questo assetto animale di base.

Gazie, comunque, questa discussione differita nel tempo mi sembra molto carina.

Anonimo ha detto...

Avevo postato un lungo commento che ora non c’è più. Magari è finito nello spam. Non l’avevo salvato e avevo fatto una gran fatica a scriverlo!!!
Però avevo controllato, era stato pubblicato.

Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...

Eccolo:


Nessuno di noi due è etologo o antropologo (io no di sicuro). Mi piacerebbe che le opinioni si esprimessero assumendosi la responsabilità dei propri pensieri e della propria esperienza, perché fare riferimento alla scienza è un modo per annullare la volontà dietro alle azioni e ai comportamenti. Non mi sto riferendo in particolare a te, ma a tanti che giustificano (tante repressioni, di genere, razziali, sociali) con “in natura accade” o “storicamente è sempre accaduto così”.
Io continuo a pensare che non sia la cultura a rispecchiare la natura. Siamo noi che ci comportiamo nel modo in cui la pubblicità ci ha insegnato a comportarci. È un’esperienza estremamente dolorosa rendersi conto di tutto questo, e continua ad essere doloroso farne partecipi altre persone.

Vorrei commentare alcuni passi.

La donna “per sua fortuna” non è feticista e ossessionata dalla componente strettamente visuale: beh, no, non solo per “sua” fortuna. Per la fortuna degli uomini (o in generale dei suoi oggetti del desiderio), innanzi tutto.

“il corpo prescindendo dalla persona che lo abita” mi pare una sorta di dualismo anima/corpo che trovo molto pericoloso. Woody Allen diceva che ammetteva di avere ancora piacere nell’andare con le prostitute perché con loro non si sentiva obbligato a dover parlare di Proust sul cuscino. Se una donna ama Proust va a leggerselo, senza aspettarsi che se ne parli a letto, in cui si aspetta tutt’altro. È come dire che con le prostitute uno non ha obblighi sentimentali o culturali. Chi vi dice che le donne abbiano bisogno di sentimento e cultura con tutti gli uomini con cui amano andare a letto? Gli obblighi da cui sono sollevati gli uomini che fanno sesso a pagamento sono strettamente sessuali (una donna non necessariamente gode se l’uomo sta godendo e via dicendo, quello della prostituzione è un esercizio di potere), ma non vorrei dilungarmi su questo punto.

Qui non si tratta di dualismo corpo/interiorità. Quello che mi preme è la componente visuale, che non ha nulla a che vedere con l’istinto degli animali. Cioè la spiego in modo molto grezzo: se ci fossero dei criteri oggettivi per stabilire una classifica della desiderabilità saremmo fregati, il più desiderabile e la più desiderabile figlierebbero, e gli altri morirebbero sterili. Per fortuna nell’attrazione si mettono in gioco anche fattori soggettivi, che so, l’olfatto, gli ormoni e cose di questo tipo. È quel “qui e ora” di cui è fatto il sesso. Ma qui (opere e spettacolo erotico) non avvengono tutte queste cose. C’è solo e solamente la componente visuale, si tratta di fotografie e film porca miseria, e quella non la puoi mettere sullo stesso piano dell’attrazione fra gli animali.

Ho parlato di corpo maschile nudo, e tu subito vai a citare il solo pene. Questo è un esempio di feticismo e di frammentazione del corpo che con la cultura con cui siamo state cresciute, nell’immagine del corpo maschile non attecchisce. Ripeto, per la fortuna degli uomini prima che per la nostra.
Gli effetti che avrebbe un’attrice comica e brutta (e intendo veramente brutta, no perché nel cinema italiano la parte della zitella era affidata a gente come Franca Valeri, c’è un po’ di differenza con Alvaro Vitali) che spia dal buco della serratura un bell’attore mi sa che non li sapremo mai. Dovremmo farlo passare in tv per una quarantina d’anni prima di fare previsioni.

Perdona (ormai credo tu sia rimasto l’unico a leggere questo vecchio commentarium) l’esposizione grezza e infantile dei miei pensieri, ma quando prendo il coraggio di commentare pubblicamente sui blog mi si gonfiano le vene del collo.
Mettiti nei nostri panni. Attrici o spettatrici. Se non sei attrice sei spettatrice. Spettatrice di cosa? Di altre donne, con corpi diversi dal tuo. Quale delle due?

Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...

Ciao,

E’ veramente così: gli uomini hanno un forte forte feticismo per il corpo femminile (fica, culo, tette) scusa se sono volgare ma di quello si tratta.
Questi feticci occupano in modo forte gran parte dell’erotismo maschile (di tutti gli uomini) e prescindono la persona che quelle parti anatomiche possiedono. Posso disprezzare una donna e desiderarne il corpo, contemporaneamente, non so se rendo l’idea, oppure amare una donna e provare ribrezzo per il suo corpo.
Ogni uomo è così, poi c’è chi si emancipa da questo feticismo e depotenzia la presa che (culo tette e fica) hanno su di lui e chi è totalmente succube e felice di esserlo.

Diciamo che, di base, l’uomo è eccitato da questi dettagli anatomici come le donne sono eccitate dai dettagli del rito del corteggiamento. Sembra sessista ma è così. Per questo dico che mi sembra un retaggio animale, da cui la nostra cultura di massa si sviluppa e non il contrario.

Tu prova a passare per strada con dei fiori e vedi che tutte le donne ci buttano un occhio, tutte, così come con le vetrine. L’unica cosa che fa girare tutti gli uomini è il passaggio di una bella figa provocante. Se fai passare un figo, solo una parte delle donne lo notano.
Di più: gli uomini associano alla figa di passaggio subito l’idea di “accoppiamento”, il resto, l’approccio, i discorsi ecc. sono finalizzati all’accoppiamento. Le donne non credo che ragionino così. Magari tu se vedi un figo, pensi: ah che bell’uomo, e la tua fantasia erotica è un filo diversa dall’immaginarti a stringergli il pene, magari immagini un contesto che riguarda la persona, un dialogo, un contesto qualsiasi. L’uomo funziona diversamente, vedi culo, seno pensi sesso. La donna viene dopo, o insieme o non viene proprio, a seconda.


Per due uomini e normale dire “ti ricordi tizia, dai, laureata, simpatica, bella personalità, belle tette, senza culo”.
E’ più raro sentire due donne dire “il professore è uno stronzo ma ha un bel culo” “ah si, ha il doppio mento ma secondo me ha un gran pisello...”

Voglio dire che per l’uomo la componente, diciamo, feticista è parallela a quella normale. Un uomo può fare le condoglianze a una vedova soffrendo sinceramente e intanto guardargli nel decolletè. E’ un riflesso condizionato, ancestrale.

A me le donne da questo punto di vista mi sembrano un certamente migliori, comunque diverse.

Queste sono generalizzazioni e non escludono tutte le possibili variabili personali.

Lo spettacolo erotico è fortemente sessista sia perché lo è la nostra cultura, sia, forse, anche perché una “lina banfi” che guardasse dal buco della serratura un modello nudo insaponarsi il pene non rappresenterebbe in modo così netto l’immaginario di tutto il pubblico femminile.

Vedere le nudità della Fenech o di una velina colpisce tutti gli uomini indistintamente, e matematicamente.

L’attrice in questo caso non è l’oggetto del desiderio ma è colei che mostra l’oggetto del desiderio (tette, figa culo) al pubblico.

Triste ma vero.

D.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
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Daniele Marotta ha detto...

Ho eliminato solo per facilitare la lettura della discussione. Aspetto il tuo commento però.

:) mi sembra che stiamo toccando dei punti interessanti.

D.

Anonimo ha detto...

Io dalle tue parole capisco che conosci poco di quello che le donne immaginano, quello di cui parlano e di cui fantasticano. Non sai cosa le donne desiderano guardando un bel figo che passa per la strada. E chi ti dice che non farei fantasie su un vedovo durante il funerale di sua moglie. Personalmente ho sempre fatto dei gran discorsi sui professori e sulle loro attrattive fisiche con le mie amiche.

Se la moda femminile scopre il corpo sul più bello (scollature ecc) e la moda maschile non lo fa, è di nuovo una questione poco naturale (gli animali vanno in giro nudi, mi pare).
Io continuo a vederla come un'impostazione culturale.

Mi sento schizofrenica a fare questi discorsi. Veramente. Evidentemente non riuscite proprio a mettervi nei nostri panni. Pensare di poter essere desiderata solo da chi fa lo sforzo di "andare oltre" l'aspetto fisico (non ho tette e ho un culo decisamente trascurabile) è proprio il pensierino della sera di cui avevo bisogno.
Come al solito, sono andata fuori dagli argini. Ma dopotutto, di sesso si parlava.

Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...

Sai ognuno conosce casa sua, in ogni caso credo che se le donne sono anche loro feticiste del pisello, dovrebbero esprimerlo più direttamente.
Sai quanti uomini soli sarebbero di colpo più felici...

Stiamo parlando di impulsi comunque che sono diversi dai desideri e dai sentimenti.

Alla fine se la sessualità si liberasse un po' ci sarebbe più coraggio, meno ipocrisia e meno pornografia in giro.


D.

Anonimo ha detto...

Se le donne fossero anche loro delle feticiste del pisello ci sarebbe il doppio di frustrati. Se scegliessero alla prima occhiata sulla base delle forme e dimensioni (fosse intuibile dai vestiti!) come accade con noi che veniamo scartate dalla prima occhiata in base alle forme e alle dimensioni, non so cosa accadrebbe. Prima parlavo di un interesse corporale in ogni caso non puntato a quel solo frammento lì.

In ogni caso, vorrei aggiungere una cosa sul post originale. Mi pare che parlare del documentario della Zanardo e criticare la sola Striscia la Notizia sia fuorviante nei confronti della stessa Lorella Zanardo: il suo documentario parlava della rappresentazione del corpo della donna in generale, e Striscia era solo uno dei tantissimi esempi. E' stato Antonio Ricci a mostrare una coda di paglia senza precedenti, a saltare su con le sue campagne "avete fatto un documentario contro le veline". Il documentario non era solo contro le veline, il discorso era più generale. Però, da sinistra, il problema è sempre e soltanto Berlusconi.

Grazie dello spazio, del tempo e della pazienza!
Laura Cip

Daniele Marotta ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Daniele Marotta ha detto...

Mi chiedo una cosa: nella tua ottica di equivalenza tra erotismo maschile e femminile allora se ci fossero dei ragazzi a prostituirsi all'angolo delle strade, molte donne, (secondo te) fermerebbero la macchina per farsi una sveltina dietro il cespuglio e tornare a casa? Pensi che sarebbe possibile?
Dici che uomini e donne sono simili fino a questo punto?

D.

Anonimo ha detto...

non lo so, perché come ho spiegato in questi giorni io credo che i comportamenti derivino da stratificazioni culturali. non so dirti cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate in modo diverso con il potere (e quindi con la prostituzione), così come non sapevo dirti che effetto avrebbe *adesso* la lina banfi, perché non c'è mai stata e ci vorrebbero secoli di controinformazione per vederne i risultati.
la cultura è sempre stata quella di fare l'amore con la moglie e di scopare con la prostituta. sempre per quel famoso prendere il corpo a sé stante. non so prevedere cosa accadrebbe se si iniziasse a scopare con le mogli e ad innamorarsi delle prostitute.

Laura

Anonimo ha detto...

P.S. secondo me siamo finiti in un'empasse perché tu quando metti sullo stesso piano uomini e donne, li metti entrambi sull'ottica feticistica (che ritieni quella naturale). dal momento che secondo me invece il feticismo è un prodotto culturale, quando metto maschile e femminile sullo stesso piano lo faccio spostandoli verso una sessualità non feticistica. è contorto ma non sapevo spiegarmi meglio.
insomma: tu ti chiedi se le donne imparerebbero mai a usufruire della prostituzione.
io mi chiedo se gli uomini impareranno mai a non aver bisogno di usufruire della prostituzione.
è questo il punto, secondo me.

Laura

Daniele Marotta ha detto...

Vedi che la questione continua a non quadrare?

Il feticismo degli uomini per la figa è un dato di fatto, culturale o naturale che sia. Io penso naturale visto che andando indietro nel tempo si aggrava anziché attenuarsi.

Tu hai sostenuto che anche per le donne è così ma poi ti contraddici affermando che si possono comparare uomini e donne non sul feticismo ma senza il feticismo.

Io credo che tu continui a non volerti rendere conto di quanto questo elemento feticista sia peculiare, radicato e presente.
E evidentemente sei convinta anche tu che la donna non sia ossessionata dal pene come è l'uomo dalla vagina.

Io credo che questo elemento caratterizzi fortissimamente il genere maschile e che non si possono comprendere realmente gli uomini e il loro immaginario se non si tiene conto di questo.

Certamente noi maschi non ci siamo mai emancipati, come genere, da questo feticismo e questo ci rende ancora dipendenti in modo imbarazzante dai richiami sessuali e dai nostri istinti più primitivi.

In molti contesti dove prospera un'idea di sessualità più brutale la donna è vista solo come oggetto di affetto parentale o se non c'è parentela stretta, solo per gli oggetti sessuali che trasporta.

D.

Anonimo ha detto...

Sì, mi sono contraddetta mille volte e mille volte continuerò a contraddirmi, perché immagino come sarebbero potute andare le cose e come potrebbero andare, in tutte le modalità che mi vengono in mente.

Non ci sono dubbi sul dato di fatto che il corpo della donna sia più feticizzato. Solo che per me è il risultato di un discorso di potere.
Perché sto dolorosamente dopo tanti anni passetto dopo passetto rendendomi conto che non è possibile che il corpo femminile venga visto essenzialmente in funzione del piacere maschile. Perché questo piacere mi è sempre stato negato non disponendo io di certe attrattive, e lo sto lentamente e dolorosamente rivendicando. Perché ne ho il diritto. E Playboy, ti assicuro, non aiuta a rivendicarlo. Sono stata convinta dell'inutilità del mio corpo proprio da quei "libertini" che esaltavano quella rappresentazione lì. E' un libertinismo che reprime. Su di me il risultato è stato questo, perlomeno.

Mi è parso di aver sentito che il seno femminile non sia così feticizzato in altri contesti culturali, ad esempio in quelle tribù africane in cui le donne non usano coprirlo. In quei contesti esso è visto essenzialmente come organo per allattare e non ha alcuna connotazione erotica.

In ogni caso, perdonami ancora per aver ingolfato di commenti offtopic questo tuo post. Sei libero di gestirlo come credi, e ti ringrazio per avermi ascoltata.

Laura

Daniele Marotta ha detto...

Non c'è bisogno di scusarsi, ma nemmeno di prenderla sul personale.

Noi veniamo da una cultura connotata in un certo modo, che ha soggiogato le culture alternative e che ha fatto immensi danni nella storia, tra cui anche alla donna, rendendola oggetto di merce sia terriera, che politica che, oggi, commerciale.

Questo non è personale, tutti dobbiamo evolvere da queste premesse, io ho ribadito che questi meccanismi ancestrali vanno presi in considerazione per conoscere realmente chi siamo.
Ho anche detto che queste pulsioni non c'entrano col desiderio, con la relazione e col sentimento che sono tutte forze che coinvolgono le persone e non le parti anatomiche.

Nel paese vicino a dove abito c'è una pubblica gogna, un gradino intagliato nel muro del palazzo pubblico con sopra gli anelli per le catene. Un tempo era normale che qualcuno venisse messo lì ed era normale riempirlo di offese, percosse e sputi.
Oggi farebbe orrore.

Bisogna evolvere diventando noi stessi il modello di società che desideriamo e scegliere persone i nostri compagni di viaggio anche in base ai nostri valori.

Gli uomini sono ben lontani dall'emanciparsi sessualmente, ti basti pensare che in Italia le norme sul Delitto d'Onore sono state abrogate nel 1981.

Ci sono persone più o meno sensuali e persone più o meno fortunate. Bisogna vedere a chi si offre la propria sensualità e a chi il nostro amor proprio. La vita secondo me sta nel viaggio che compiamo per costruire la nostra fortuna, quindi se non si ha a portata di mano è anche meglio.

Ci saranno sempre delle pin-up sedute sulla propria fortuna, ma a quanto mi risulta mai le donne più importanti nella nostra società sono state delle pupe.

D.