Questa serie non è decisamente Twin
Peaks, e Rosie Larsen non è Laura Palmer, l'aspettativa che una
ventina di anni fa attirò masse di pubblico verso quel capolavoro di
sperimentazione televisiva realizzato David Lynch e prodotto dalla
ABC non è certo la stessa che ci porta a segure la serie Fox “The
Killing” ma, è anche vero che questo show si muove sulla stessa
falsariga del suo illustre antenato.
The Killing si muove anche sulla
traccia di Fobrydelsen serie Tv danese del 2007 di cui è il remake
made in U.S.A.
Questa serie ci piace abbastanza,
specialmente la regia, la sceneggiatura e i personaggi.
Quello che non ci piace è la trama.
Partiamo con ordine.
La Seattle mostrata in The Killing è
l'opposto della Cape Cod della signora Fletcher, qui non c'è un
rassicurante e patriottico luogo narrativo, questa America è uno
spaccato del presente che potrebbe anche essere in Europa o in
Russia, se pur riconoscibile questa Seattle è un non-luogo
contemporaneo assolutamente scialbo disturbante e credibilissimo.
La fotografia rende al massimo questa
impressione e mantiene tutto sotto una luce cupa e gelida, forse a
tratti troppo monotona con un effetto 'Blade Runner', ma certamente
efficace.
I personaggi sono decisamente ben
riusciti, molto credibili e poco patinati, felicemente bruttini come
la gente normale. Sono in qualche modo degli stereotipi rimescolati
in salsa contemporanea ma funzionano molto bene, sono ben scritti e
nello sviluppo della serie si sfumano decisamente e acquistano
umanità, ambiguità e spessore.
La regia è tutta da scoprire e ci
conduce allo scopo della serie in modo non convenzionale ma misurato,
anche se il ritmo è a tratti monotono.
Quello che decisamente delude è la
trama:
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The killing sarebbe stata una miniserie
perfetta ma soffre della lunghezza della serie completa: gli autori
ci fanno annegare nelle ipotesi.
Dopo una partenza emozionante si
sviluppa una struttura monotona in cui si incontrano temibili
sospetti e poco dopo si scartano e 'avanti il prossimo', una puntata
sembra che l'assassino sia tizio e la successiva dimostra che tizio
non c'entra e per di più emergono dettagli completamente diversi che
ci portano in direzioni sempre nuove.
In poche parole si allunga il brodo e si ammoscia la tensione perché
gli elementi di trama che che vengono svelati a serie ben inoltrata
risultano estranei allo spettatore e quindi meno coinvolgenti.
In questa annata carente di buone serie
di genere consigliamo caldamente “The Killing” anche se continuiamo a rimpiangere Laura Palmer.
2 commenti:
è un telefilm magnifico! a tratti un po' noioso, è vero, ma trovarne di telefilm così oggi!!
Assolutamente d'accordo.
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