domenica, settembre 30, 2018

Mostra su Capalbio

Per me capalbio è un pezzo di cuore, gli anni dell'adolescenza in cui avviene l'imprinting sociale li ho vissuti molto anche qui. Qui ho dei legami e dei ricordi che sono muri portanti della mia vita. Quando Michelina Eremita e l'organizzazione del Premio Arti Visive Capalbio mi hanno invitato a partecipare come ospite alla manifestazione con ritratti di personaggi significativi del territorio per me è stato un ritorno a casa. Grazie. Trovate le illustrazioni in mostra a Capalbio per tutto settembre. Sono grandi 60x80 centimetri e dal vivo fanno la loro figura, se non potete farvi questo regalo ;), eccole qua.
Questa occasione mi ha permesso di ritrovare amici cari con cui abbiamo costruito una lista di personaggi significativi per la zona, ne avevo sedici ma ne ho fatti sei, che potevano suscitare in me i riverberi che cercavo.

Questa è ispirata a Nicola Caracciolo, che si è battuto per l'ambiente e, fin da subito contro la costruzione della centrale nucleare di Montalto Di Castro. Ha anche scritto molto per la tv  sulla memoria del fascismo e del sessantotto. Caracciolo qui è il paladino che sfida il Moloch del regime inquinante e della speculazione, armato solo di penna.


Questo è stato il lavoro più difficile, adoro l'opera di Niki de Saint Phalle, il giardino die tarocchi è un'esperienza incredibile. Come fare un omaggio a Niki? L'ho immaginata come una regina, la sua corte sopra il paese a guardare l'orizzonte. Le opere invadono lo spazio e creano varchi dimensionali per altri mondi. Alta nel cielo la sua luna e il paladino si perde come un colosso all'orizzonte.



L
'oasi di Burano è stata la prima Oasi del WWF in Italia, forse nel mondo. Fulco pratesi cavalca un panda gigante nel lago di burano come un personaggio di Hayao Myiazaki.



Ho molto sentito parlare del barone di Sanjust di Teulada, scomparso qualche anno fa. Amico di Edoardo Agnelli, si era ritirato a capalbio da anni a fare il coltivatore e l'artista. ADorava le galline e spesso lo vedevano scalzo e con una corda per cintura. Il barone è stato lo spunto per riflettere sul ritiro creativo e l'indolenza artistica.




Il brigante Tiburzi è la vera rockstar della maremma. Tiburzi agiva prevalentemente nel viterbese ma venne poi catturato e ucciso a Capalbio. La foto celebre che trovate nei ristoranti di mezza toscana è fatta a lui già morto legato alla colonna del cimitero di capalbio. Il brigante era famoso tra i contadini perché si diceva che, come un moderno Robin Hood, gli rendeva i soldi rubati ai fattori. L'ordine costituito non lo voleva seppellire in terra consacrata, mentre i contadini lo volevano con tutti i sacramenti. Si decise di seppellirlo mezzo dentro e mezzo fuori dal cimitero. Ancora di più diventa un emblema della dualità dell'uomo e di questa pazza Italia che ci portiamo sulle spalle.




La storia del Buttero 2.0 è vera, si chiama diluvio di soprannome, e porta avanti la tradizione dei cowboy maremmani. Mi perdonerà Diluvio se l'ho usato come spinto per raccontare i grandi contrasti dei questa terra, tra tradizione e frivolezza, silenzio e musica a palla. Qui facevo il dj a sedici anni. Tunz Tunz.

2 commenti:

yosabrams0918 ha detto...

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