Un equilibrio che più o meno era stato perfetto per cinquant'anni soccombe al tentativo di trovare nuovi spunti e punti di vista alternativi.
James Bond è un'opera pop che, come una ricetta della tradizione o un cocktail, necessita di un tot di ingredienti precisi e nelle dosi giuste . Si può fare più o meno bene, ma una cosa non si dovrebbe mai fare, cambiare la ricetta, altrimenti prepari una cosa che non è quella.

Bond è un personaggio deliziosamente bidimensionale e qui si tenta di guardarlo da dietro e si mostra tutta la sua debolezza. Si cerca di guardare dietro le quinte, di toglierlo dai suoi set da sogno facendolo finire letteralmente fuori strada e scimmiottando il peggior cliché dell'action movie all'americana da fortino assediato in stile Arma Letale, si sbaglia cercando di dare spessore a personaggi bidimensionali come "M" portandoli fuori dai cammei per cui sono stati concepiti e costringendoli a tirate boccheggianti, e finendo col cadere nel peggior stereotipo alla Die Hard o A-Team. La magia di le Bond si dissipa e si è costretti ad affidarsi ai peggiori trucchi dell'action movie le trappole, gli inseguimenti tra le fiamme, lapidi del babbo morto e vecchi stallieri armati fino ai denti, che dicono battute tipo 'sono pronto da prima che tu nascessi'. Il film poteva terminare in crescendo, con scene mozzafiato, come ci aveva abituato la tradizione e invece si percorre la strada del drammone eroico, che con James Bond è destinato a finire nel patetico luogo comune, la bella il bruto e la chiesa abbandonata, sperando di affidare la tensione a personaggi nati per fare decisamente altro, tanto valeva farli cantare un musical.

Bravissimo Havier Bardin ma quel cattivo è per il film sbagliato, geniale l'idea del Q haker ma un po' sprecato per la trama.
1 commento:
a me il film è piaciuto anche nell'approfondimento di Bond e M. Hanno voluto innovare e rivitalizzare ma senza snaturalizzare
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