Questo film di Tintin poteva essere
perfetto, se, ad un certo punto non diventasse futile.
All'inizio di “Le avventure di
Tintin: Il segreto dell'unicorno” ci troviamo di fronte ad una
messa in scena da rimanere a bocca aperta.
Dopo , Jurassic Park, Toy Story e
Final Fantasy, questo Tintin rappresenta indubbiamente una pietra miliare
nell'evoluzione della cinematografia in CGI, e una sintesi perfetta
di realismo e animazione.

Detto questo, dopo poco che siamo
entrati a bocca aperta nel fantastico immaginario di Ergé, la
produzione Spielberg-Jacskon ci fa salire su una giostra senz'anima.
I personaggi vengono convolti in un
rutilare di azione, sempre più vorticoso e sempre più inutile fino
a che gli equilibri narrativi ed emozionali si perdono del tutto e ci
troviamo annoiati spettatori di un luna park dove altri si divertono
mentre noi siamo a terra a chiederci a che punto la magia si è
interrotta.

Probabilmente la produzione e il non
aver un target preciso, ha prevalso sull'anima di questo progetto,
come è successo con la seconda trilogia di Star Wars, con l'ultimo
Indiana Jones ecc.

Il cinema riesce a esaltare un classico
a fumetti solo quando si inchina e ne rispetta religiosamente tutti gli aspetti. (Sin City, Watchmen, Spiderman
2), mentre quando cerca di sintetizzare il fumetto originale finisce
sempre per tradirlo e perdere il meglio: (tutti gli altri film presi
da fumetti).

Speriamo che almeno ai bambini, questo Tintin, piaccia.
D.
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