lunedì, ottobre 17, 2011

Recensione: Californication.


Californication è una messa a nudo da vedere assolutamente. Il sesso, la corruzione e la famiglia sono, a mio avviso una parte marginale e superficiale di questo show, probabilmente quello della storia della tv americana dove si pronunciano più spesso le parole vagina e pene, ma il sesso e il sentimento sono solo colore.
Se togliamo i personaggi principali di Moody (David Duchovny, l'agente Moder di X-Files) e del suo agente Charlie Runkle  (Evan Handler), le due maschere di tragedia e commedia che spingono avanti la narrazione, cosa rimane? Rimaniamo noi.
Intorno ai due si muovono personaggi dalla libertà incompiuta, terribilmente umani, scombinati e danneggiati la cui banalità è limite e assoluzione al contempo, una per tutte la musa Karen (Natascha McElhone) che non si capisce se sia scritta in modo pessimo o perfetto.
Californication è come un'autoscontro che ha nel sesso la sua elettricità in cui solo Moody e Runkle hanno la chiavetta infinita e tutti gli altri pagano il gettone, ma proprio come i gestori del luna park anche i due satiri sono imprigionati nel gioco e costretti a restare creature di fantasia dietro lo specchio, lo specchio di questo presente occidentale che la serie racconta così bene.
Con qualche alto e basso tutte le stagioni sono ben scritte e dramma e surrealtà si mescolano con un ritmo decisamente soddisfacente.
E' ideata e scritta dal 2007 da TomKapinos e trasmessa da Showtime.



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