


L'uomo nero di Sergio Rubini è un pasto prelibato che ci fa tornare in noi.
Tutti bravissimi a partire dallo stesso Rubini, Riccardo Scamarcio, Valeria Golino e il fantastico, bambino Guido Giaquinto, tra gli altri.
La vita vera e tonda è protagonista di questo film, una storia calda e frizzante, perfettamente equilibrata, leggera, divertente, profonda e drammatica tutto insieme.
I personaggi de "l'uomo nero" sono, in realtà, persone, come nella migliore tradizione drammatica nostrana, complessi e vivi, ti sembra di averli capiti dopo un minuto di film ma invece rivelano improvvisi cambi di passo e spessore come non si vede quasi mai eccetto che nei lavori di Virzì, Sorrentino e pochi altri.
L'amore, come sempre, il motore e protagonista di tutto, si dipana in modo assolutamente possente ma inafferrabile.
Tutto in questo bel film ci parla di noi fuori dalle retoriche quotidiane, ci trova bambini ansiosi alla ricerca di nomi e ruoli, etichette e bordi ma Rubini ci prende per mano e ci porta a perdere l'innocenza per venire investiti da tutto il gusto caldo, come il sole pugliese, di una vita saporosa ricca di sorpresa e sfumature, trame che anche dopo la visione continuano a dipanarsi nella mente in simmetrie e corrispondenze piacevoli come fili di zucchero filato.
Da vedere e ri-vedere.
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