venerdì, novembre 06, 2009

L'Imaginarium del Dottor Gilliam



La forza dell'ultimo film di Terry Gilliam è proprio l'Imaginarium.Il misero titolo italiano (parnassus:l'uomo che voleva ingannare il daivolo) vela subito il tutto di una pesantezza cattolicheggiante.
Parnassus non sta cercando di ingannare il diavolo per salvarsi la vita o l'anima.
Parnassus il diavolo cerca di batterlo.
Gilliam mette in scena la sfida tra Parnassus e il Diavolo, (un Tom Waits meraviglioso come sempre), una partita sui toni del gioco inteso nel suo senso più alto, metafora sublime del conflitto, della scelta e della sfida.
Il gioco della vita domina la scena e avvolge nelle sue pieghe tutti i protagonisti con le loro personali disperazioni: si può cercare di sovvertire il gioco, di fuggire dalla partita ma sempre, compare il diavolo destino a proporci una rivincita, solo per il gusto di giocare.
In questa ottica si deforma anche la tragica scomparsa di Heith Ledger che in qualche modo riverbera tra le fantasmagorie del film.
Sembrano apparire qua e la i segni del montaggio forzato e degli incidenti di lavorazione sia nel fluire della sceneggiatura che nel finale che forse manca di una vera tensione e a tratti sembra sbavato.
La grande forza, comunque, è l'immaginarium di Gilliam, la visione delle animazioni ritorna alla vitalità dei tempi dei film dei Monty Python e del barone di Munchausen, Gilliam come sempre ci colpirebbe con una potenza visiva straripante e selvaggia capace di forzare i margini stessi delle convenzioni cinematografiche, tuttavia in alcuni tristi momenti un uso sbagliato della computer grafica ci risveglia dall'incanto di Parnassus e ci porta in Super Mario Galaxy.




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